Tieni duro, passerà
"Non può piovere per sempre" è una citazione che calza perfettamente con la storia di oggi sulla mia Tuscany Crossing e sul mio "keep going".
Tuscany Crossing
Sabato mattina mi sveglio alle 3. Solite fette biscottate, yogurt greco e mi rificco a letto.
Sono in Val D’Orcia e tra poche ore correrò Tuscany Crossing: una gara di 100 chilometri che si snoda per le strade bianche ed i sentieri di uno degli angoli più belli d’Italia.
Suona la seconda sveglia: 4.30 fuori dal letto, mi vesto e arrivo dieci minuti prima della partenza della gara. Sono agitato.
Mi ripeto di partire piano. Un mese fa ho corso una gara simile, mi sono cucinato a puntino e a metà ero già pronto a buttarmi in un cassonetto dell’umido.
Mantengo la promessa, sono leggermente più veloce della tabella di marcia, ma sto bene e finisco i primi 55 chilometri con il solito leggero mal di schiena, ma con il sorriso in faccia. Sparo un Oki nella flask insieme alle maltodestrine e al fruttosio e riparto.
La seconda metà di gara è più severa: sentieri di montagna e salite severe.
“No problem” penso. Le ho fatte un milione di volte. “Cosa potrà andare storto?”
Detto fatto: il cielo si rannuvola e in pochi minuti inizia a diluviare.
“Passerà” penso. Le previsioni prevedevano un leggero rovescio.
Spoiler: pioverà per un paio d’ore.
Dopo poco ho anche il profondo dell’anima bagnato, siamo a più di mille metri d’altitudine e fa un freddo assassino. Non sento le mani, non mi sto divertendo, non riesco a correre i falsopiani e se corro ho ancora più freddo.
Cerco di mettere in pratica tutte buone abitudini: controllo la respirazione, accolgo il dolore, non lo respingo.
Non basta. Troppo tempo in questa situazione. Voglio solo un posto caldo, levarmi i vestiti bagnati e per la prima volta mi accarezza l’idea del ritiro. Impossibile trascinarmi per altri 40 chilometri con quel freddo e senza riuscire a correre.
Resisto, perchè tanto non ho grandi alternative. Sono nel bosco, in mezzo al cazzo di niente e per vedere un essere umano o farmi recuperare devo arrivare al ristoro.
Smette di piovere: fa sempre freddo, ma meglio.
Esce pure il sole. Alzo la testa al cielo incredulo.
C’è finalmente una discesa! La corro, mi scaldo ed esco dal quel cazzo di tunnel buio delle ultime ore.
Si asciugano i vestiti e allontano l’idea di fermarmi. Mancano 30 chilometri, in qualche modo dovrei portarla a casa.
Keep Going
In fin dei conti quel KEEP GOING che mi accompagna dalla 100 Thanks Miles sul ginocchio significa proprio questo: resisti, tieni duro.
Non potrà andare sempre di merda. Fai ancora un passo, tieniti in movimento.
Attitudine
Questo mantra però non appartiene solo alla sfera sportiva, fa parte anche della mia quotidianità. Accettare i momenti difficili, pazientare, darsi tempo, anche se non sembra finire mai.
Mi sono accorto quanto darsi la possibilità di crede possano accadere cose positive e non solo negative possa influenzarci in ogni aspetto della vita.
Ah, pensare positivo è gratis, ma richiede una buona dose di consapevolezza.
Bonus Track
Come arriva il sole, ritorna anche la pioggia.
A meno di 15 chilometri dall’arrivo, quando toccavo con il pensiero la finisch line il cielo si scurisce, tuona, sbuffa e comincia a grandinare.
Cosa vuol dire? Che in fin dei conti come arriva il sole dopo la pioggia, può ritornare anche la pioggia dopo il sole. Ed è ok.
Se anche siamo in un momento positivo, possono arrivare delle difficoltà.
In ogni caso, sono arrivato alla fine con il diluvio e un gran sorriso perchè sapevo che all’arrivo c’erano Angie e una doccia calda ad aspettarmi.
Leo in da house
Come di consuetudine parola alla prof Angie.
L’attitudine che può risultare spronante è quella di ricordarsi che in realtà tanto quanto esce il sole ritorna anche la pioggia. La vita è fatta di fasi: la fase di felicità e la fase di dolore sono momentanee e si trovano alle due estremità di un pendolo che oscilla tra i due stati.
Questo è il pensiero di Leopardi: la “Quiete dopo la tempesta” e la felicità che ne deriva, non solo sono momentanei, ma sono illusori.
Dovremmo cercare di oscillare insieme al pendolo, in equilibrio: vivere serenamente tra i due stati, memori del fatto che se si soffre non si soffre per sempre, tanto quanto se si è felici non lo si è per sempre.
Dai a te stesso la possibilità di cadere e di imparare che continuerai a farlo e di conseguenza imparerai a cadere in piedi.
A lunedì prossimo,
Tommy
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Prima o poi faremo il pendolo in insieme, ne sono sicuro 😉💪🏻 Bravo Tommy 👏🏻👏🏻
Bellissimo il salto dalle difficoltà della tua gara al Leopardi con la quiete dopo la tempesta!