Gratitudine a Chamonix
Quando una montagna enorme come il Bianco, una bella famiglia come NNormal, qualche corsa sui sentieri e delle belle conversazioni ti ricordano quanto sia importante tenere un diario della gratitudine
Quanto è grande il Bianco?
Me l’ero promesso già da un po’:quest’anno devo andare a Chamonix”.
Per noi amanti di questo sport di testoni che corrono su e giù per i sentieri, l’ultima settimana di Agosto ha un significato molto importante: Ultra Trail du Mont Blanc aka UTMB. Fondamentalmente l’evento sportivo importante quanto la finale di Super Bowl per il trail running.
Per una fortuita serie di eventi, NNormal - il brand di scarpe che mi supporta - mi invita per aiutarli in alcuni eventi.
Viaggio dal Veneto con l’auto con le ultime cose del trasloco verso la Francia per poi rientrare a casa a Torino qualche giorno dopo.
Il viaggio scorre liscio, nessun intoppo o coda. Arrivo in Valle d’Aosta, abbasso la musica e smascello guardando così tanta bellezza. Montagne, montagne e montagne.
Ci sono quasi: arrivo a Courmayeur e mi si palesa quella cattedrale di roccia gigante: il Bianco.
Ne ho viste di montagne, ma quella è davvero esageratamente grande.
Devo ripeterlo nuovamente: è davvero emorme!
Traforo in scioltezza e sono in Francia.
A Les Houches mi accoglie la famiglia di NNormal, dal CEO, al fotografo, alla cuoca: è un’atmosfera davvero accogliente e gentile. Mi sento subito a casa.
Quattro frecce e gratitudine
I giorni seguenti aiuto i ragazzi con i test delle scarpe, con la proiezione del film di Kilian Jornet sulla sua avventura sui Pirenei. Ho modo di toccare da vicino l’impatto che ha quest’azienda sulle persone di tutto il mondo: sensibilizzare sul tema della sostenibilità ambientale, promuovere prodotti quanto più durevoli ed un’etica che vada oltre al mero produrre e vendere prodotti.
L’ultimo giorno prima di riprendere la mia strada per Torino riesco anche a fare delle interviste (che trovare sul mio canale YouTube). Chiacchiero con Dakota Jones, un atleta americano che corre appunto per NNormal: parliamo di quale ruolo abbiamo la corsa nella nostra vita, di come la corsa sia una grande maestra di vita; per me solo il fatto di essere lì con lui a parlare è davvero surreale.
Il tuo beniamino seduto di fronte a te che condivide suoi pensieri e riflessioni. Wow!
Lo carico nella mia vecchia VW e lo accompagno all’hotel Majestic a Chamonix per la presentazione degli atleti élite. Parliamo dell’Italia, degli USA, delle “quattro frecce” (leggetelo con accento americano e ridete con me) con cui gli italiani si sentono liberi di parcheggiare ovunque: insomma, del più e del meno.
Lo saluto, mi infilo nel traforo e volo a casa da Angie.
L’ultima mezz’ora di guida vedo la cattedrale di Superga, realizzo così di essere a casa e mi pervade un grande sentimento di Gratitudine.
Ci sono momenti in cui mi sento fuori luogo con il lavoro e con la vita, altri invece in cui semplicemente mi prendo il tempo, organizzo i pensieri, do a questi il giusto spazio e vedo quello che sto facendo e quello che sto costruendo: questo è uno di quelli.
Sono grato alla vita.
Parola alla prof
Il tema della gratitudine è un tema poco esplicito nella letteratura e nella filosofia: la gratitudine, forse come la felicità, sembra essere momentanea, dettata da qualcosa che succede e che ci fa ragionare su questo.
Essere grati alla vita, di fatto, vuol dire gioire delle ‘piccole’ cose che abbiamo o gioire delle sempre ‘piccole’ cose che il mondo ci regala, ogni giorno: metto piccole tra apici perché il sentimento di casa (su cui abbiamo scritto in passato) non è qualcosa di piccolo che abbiamo, la natura non è qualcosa di piccolo che possiamo vivere, vedere e apprezzare, amare non è piccolo, un nuovo giorno non è piccolo; nulla di tutto ciò può essere considerato poco.
Il problema è che ci rendiamo conto di tutto questo non tutti i giorni, ma in alcuni momenti, in alcuni attimi di felicità o quando qualcosa di tutto ciò viene in qualche modo a mancare: magari piove da giorni e correre diventa difficile e allora siamo grati del sole, o contrario.
Epicuro, filosofo greco che di sicuro ho già nominato, in alcuni dei suoi scritti, come nella "Lettera a Meneceo", esplora il concetto di gratitudine come parte della ricerca della felicità. Lo scopo della vita umana, secondo lui, è la felicità, felicità da raggiungere evitando il dolore ed evitando le paure in un modo ‘facile’: togliendo le basi, in qualsiasi modo, al dolore e alle paure. E, a proposito di gratitudine, Epicuro insegnava che dovremmo essere grati per le semplici gioie della vita e per la capacità di percepire piacere, piuttosto che essere ossessionati dal desiderio di beni materiali o dall'ansia per il futuro.
Ogni giorno dovremmo chiederci di cosa siamo grati e magari scrivercelo: uno dei primi messaggi che mi ha mandato Tommaso è stato proprio questo
“Ma tu ce l’hai un diario della gratitudine? Ti va se lo riprendiamo in mano assieme?”.
Angie e Tommy
→ Tommee su YouTube
→ Si corre in modo introspettivo su Introspective Running
→ Si parla di emotività su Pensa Che Ti Passa
Prossimo anno si dorme insieme sotto il Bianco 🤣🫶🏻
Sto scrivendo, in questo esatto momento, la mia prossima newsletter e parlerà proprio di gratitudine e quanto sia importante praticarla anche nello sport.
Grazie per essermi arrivato così puntuali sul tema.
Credo che vi citeró tra le mie ispirazioni,senza chiedere il permesso 😉